Delle 820 lettere scritte da Van Gogh nell’arco della sua breve esistenza ben 651 sono indirizzate al fratello Theo: il primo a comprenderne il talento e a incoraggiarne la vocazione, e il solo che non gli negò mai l’indispensabile sostegno morale e finanziario. Pochi artisti hanno rivelato così tanto di sé stessi nei propri scritti. Lettera dopo lettera, il toccante scambio epistolare fra Vincent e l’amato Theo, non solo fratello, ma amico e confidente, delinea la parabola di un genio inquieto e originalissimo e getta luce sulla sua vita e sulla sua personalità: i rovelli della fede, la strenua ricerca di un amore corrisposto, l’ansia di veder riconosciuto il proprio lavoro, il timore e la conferma della follia. Nella loro immediatezza e profondità emotiva, le Lettere a Theo (1872-1890) compongono un ricchissimo diario, un eccezionale documento umano e artistico, e un’avvincente autobiografia che si è conquistata a pieno titolo il rango di classico moderno della letteratura.
Vincent Van Gogh nacque a Groot Zundert (Olanda) nel 1853. Dopo un’infanzia e una giovinezza molto travagliate, dal 1880 si dedicò interamente alla pittura, realizzando in soli dieci anni alcuni fra i capolavori più famosi dell’arte moderna. Alternando crisi ricorrenti a periodi di perfetta lucidità continuò a dipingere fino al 27 luglio 1890, giorno in cui si sparò un colpo di pistola. Morì due giorni dopo, assistito dal fratello Theo, che gli sopravvisse di pochi mesi.