Ventâanni dopo la prima edizione, Tutti i vivi allâassalto ritorna con lâaggiunta di tre capitoli per raccontare che cosa furono per gli alpini sopravvissuti la prigionia in Urss, le epidemie nei campi, il ritorno in unâItalia spesso matrigna. Dal 17 al 31 gennaio 1943 la Tridentina, la Cuneense e la Julia affrontano centinaia e centinaia di chilometri nella neve per sottrarsi allâArmata Rossa, che ha appena sopraffatto le truppe tedesche a Stalingrado. A guidare la marcia sulla neve degli alpini, ai quali si ÃĻ accodata la Vicenza, ÃĻ soprattutto il desiderio di ritornare ÂŦa baitaÂŧ piÚ che lâamor di patria. Li guida la fedeltà ai monti e alle valli da cui provengono. Si cammina, si combatte e si muore a -40°, a -45°, in certe notti a -48°. A volte si arranca per dodici ore nella sterminata steppa di ghiaccio e poi bisogna andare allâarma bianca per conquiÂŽstare una povera isba in cui ripararsi per qualche ora. Si lavora, dunque, di baionetta e bombe a mano perchÃĐ mancano lâartiglieria e i carri armati, cosà come mancano il cibo e gli aerei. Sono combattimenti disperati nei quali ÂŦTutti i vivi allâassaltoÂŧ diventa il grido di riconoscimento e lâestremo atto di fede nei confronti del commilitone, del compaesano, del conoscente: e allora si pregano Dio e i santi che lâurina sia sufficiente a riscaldare la mitragliatrice, si chiede allâamico del cuore di essere uccisi piuttosto che cadere nelle mani del nemico. à la semisconosciuta anabasi italiana, la piÚ straordinaria avanzata allâindietro della storia militare, secondo gli storici americani e britannici. Buttate nella peggiore fornace della Seconda guerra mondiale dallâaberrante decisione di Mussolini dâinviare un corpo di spedizione in Unione Sovietica, le penne nere scrivono una pagina di epico e silenzioso valore. Alla fine saranno piÚ di centomila coloro che non faranno ritorno, oltre tremila coloro che ne porteranno un ricordo indelebile nelle carni, e anche chi la scamperà ne avrà comunque lâesistenza segnata. La nuova edizione di ÂŦun saggio di successo dedicato allâarmata italiana in RussiaÂŧ. Corriere della Sera