Quando hai perso le ali?

· Edizioni Mondadori
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I miti sono sorprendenti archivi di psicologia: basti pensare a Edipo, o all'"interpretazione dei sogni". E il segreto per entrare in quegli archivi consiste nel narrarli.

È ciÃē che fa Igor Sibaldi in questo libro: nelle storie sacre greche ed ebraiche (da Tantalo fino a Cristo) qui raccontate si rivela infatti una struttura fondamentale della personalità, il rapporto tra l'Io e il Bambino interiore. Senza rendercene conto, perÃē, nel corso degli anni diventiamo adulti rischiando di soffocare la nostra parte geniale e infantile, e tutti i desideri piÃđ profondi che animano la nostra esistenza. La loro perdita distrugge ogni senso di originalità e di libertà, e atrofizza quella forza di desiderare e di crescere di cui il Bambino ÃĻ simbolo. Per portarlo a rinascere ÃĻ necessario riaffrontare i nostri traumi: il mito ci consente di farlo in modo indiretto riuscendo a dominarli e superarli.

Quando hai perso le ali? ci racconta dunque di Dei e di uomini coinvolti in vicende atroci - celeberrime nell'antichità -, storie di genitori che tradiscono i figli e di figli che lottano per non morire, o per rinascere, o che, semplicemente, si arrendono per sconforto o per amore. Sibaldi svela quali furono i sentimenti e le riflessioni di Zeus sul crimine di Tantalo. Racconta perchÃĐ Minosse costruÃŽ il Labirinto, e che cosa provava, lÃŽ rinchiuso, suo figlio, il Minotauro, ingiustamente ritenuto crudele e mostruoso. Soprattutto delinea la "terapia" della sindrome del figlicidio nel mito di Demetra, che si ribella all'Olimpo per ritrovare la sua Bambina rapita. Un racconto che indica a tutti la strada per andare alla riscoperta del nostro Bambino interiore.

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