Il riscatto di Capo Rosso

Guanda
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Il riscatto di Capo Rosso ÃĻ uno dei racconti piÃđ noti di O. Henry, che insieme a Mark Twain ÃĻ il maggiore interprete dello humour americano tra Ottocento e Novecento. Il suo ÃĻ un umorismo amabile, mai sarcastico, un umorismo da ÂŦcontafavoleÂŧ, come lo definisce Giorgio Manganelli. Basti dire – per non guastare il piacere della lettura – che sotto il nome altisonante di Capo Rosso si cela un ragazzino tanto pestifero da far perdere la pazienza ai propri rapitori, uno dei quali lo scuote finchÃĐ le lentiggini non cominciano a tintinnare. E i personaggi di questi racconti sono francamente malintenzionati o anche solo malevoli, maliziosi; sono piccoli truffatori praticamente innocui, cowboy da strapazzo, senzatetto e sfaccendati di città, signorine di buona famiglia, magari figlie di un generale sudista vittima di un rovescio di fortuna. Spesso ci raccontano le loro storie in prima persona, colorendole con un linguaggio autentico che mescola colloquialismo e retorica al servizio dell’effetto comico, paradossalmente culminante nell’anticlimax finale, cifra distintiva del miglior O. Henry.

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O. Henry (pseudonimo di William Sidney Porter) nacque in North Carolina nel 1862. Nel 1882 si trasferÃŽ in Texas, dove si sposÃē e si guadagnÃē da vivere facendo i mestieri piÃđ disparati: il cowboy, il disegnatore, il giornalista, il cassiere in una banca. Accusato di appropriazione indebita dopo il fallimento dell’istituto di credito, fuggÃŽ in Honduras e quando rientrÃē negli Stati Uniti – per assistere la moglie malata – venne arrestato e condannato a tre anni di carcere. Fu in cella che scrisse i primi racconti di successo. MorÃŽ a New York nel 1910. Tra le sue opere principali ricordiamo The Four Million (1906), The Gentle Grafter (1908), Whirligigs (1910), Sixes and Sevens (1911) e Rolling Stones (1913).

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