Il conte di Montecristo

Non è stato un libro facile da leggere per me, in primis perché non ho mai letto un libro di così tante pagine, per lo stile in cui è scritto e perché circa a metà libro (o poco prima) la trama era virata quasi completamente verso altri personaggi ed altre vicende che non mi attiravano tanto, motivo per cui ho interrotto la lettura per qualche mese. Ciò che mi ha spinto a riprendere è stato il fascino del protagonista, descritto come bello, intelligente, con un passato difficile e un'incredibile sete di vendetta. Ho amato tanto la prima parte del romanzo e altrettanto l'ultima. Poco meno la parte centrale per i motivi che ho già detto ma che, tuttavia riconosco essere necessaria per comprendere in toto la storia. I capitoli sulla prigionia e gli ultimi, quando si stava compiendo la vendetta, li ho divorati, non riuscivo a staccarmi dal libro. È sicuramente una di quelle storie che mi porterò nella vita perché lascia un'impronta indelebile nella mente di chi la legge. Consigliatissimo

Premetto che alcune parti del libro sono delle vere e proprie perle, ma nel complesso è di una pesantezza disarmante, complici anche i dialoghi del 1800 che non aiutano di certo e una trama piena di coincidenze poco credibili. Spoiler: meno credibile è il protagonista che è letteralmente il deus machina per eccellenza, alla lunga stanca, capisco che si voglia far passare per giustizia divina, però durante la lettura non hai dubbi sul fatto che lui riesca sempre e comunque il che a mio parere appiattisce ulteriormente il tutto. Nel complesso non lo consiglierei

Come tutti i grandi classici ha la capacità di portati in altri tempi, altri luoghi. Un'opera fantastica, raccontata con abilità meticolosa sin nei minimi particolari. Un crescendo di avventure che rapiscono il lettore trascinandolo nelle profondità fantasiose dell'autore per poi farlo riemergere nella realtà della giustizia non divina né legale ma bensì morale.