Oltre alla continuazione della vicenda di Jean Valjean questo secondo tomo del grande capolavoro di Victor Hugo contiene due altri temi che inquadrano la narrazione principale: uno consacrato alla battaglia di Waterloo e l'altro alla vita monacale. Per il primo tema - Waterloo - il legame con la storia è tenue (la storia del salvataggio del padre di Marius da parte dei ThÊnardier) ma Hugo, oltre a tratteggiare una superba ricostruzione della battaglia, lo usa come pretesto per parlare di Napoleone, un personaggio che ammira e critica. La 'Parentesi' sui monasteri, invece, pur sorprendente in uno scrittore rivoluzionario come Hugo, è comunque una professione di fede e una violenta requisitoria contro la Chiesa retriva e sorpassata, e nello stesso tempo un'apologia della meditazione e della contemplazione: 'Noi siamo per la religione e contro le religioni' precisa Hugo. Il resto del tomo è centrato ancora sulla figura di Jean Valjean ricercato dall'ispettore Javert, il suo recupero di Cosette (la piccola figlia della povera Fantine) che viene trovata nell'osteria dei ThÊnardier a Montfermeil, portata a Parigi nella topaia Gorbeau e infine la fuga e il ricovero nel monastero femminile del Petit Picpus da cui Valjean entra, esce e rientra in modo rocambolesco con l'aiuto del vecchio Fauchelevent, giardiniere del convento a cui Valjean stesso un tempo salvÃ˛ la vita. Qui rimarrà con Cosette in tutta tranquillità per diversi anni. In questa parte lo scrittore mette in risalto tutte le sue qualità di romanziere drammatico al servizio della suspense e dell'intreccio narrativo, con rotture di ritmo, cambiamenti di focalizzazione, alternanza di periodi concitati e di calma.