ยซVi fu un tempo remoto / in cui nulla era: / non sabbia nรฉ mare / nรฉ gelide onde. / Non cโera la terra / nรฉ la volta del cielo; / ma voragine immane / e non cโera erbaยป. Nelle sale altissime del Walhalla, dal tetto coperto di scudi dorati, il re Gylfi, ยซuomo saggio ed esperto di magiaยป, ascolta questa prima risposta alle sue appassionate domande: ยซQuale fu lโinizio? e come ebbe principio ogni cosa? e prima che cโera?ยป. Sono i fondamentali interrogativi di ogni mitologia, che si riferisce sempre a un tempo originario e separato dalla durata comune: nellโEdda di Snorri a rispondere saranno gli stessi dรจi nordici, mutevoli e ambigui, pronti al travestimento e allโinganno, perchรฉ la loro essenza รจ appunto di travestirsi continuamente nelle apparenze del mondo che li manifesta. E dietro la voce degli dรจi ci parla quella di uno straordinario scrittore, in cui si riuniscono qualitร che raramente hanno potuto trovarsi congiunte. Islandese, Snorri Sturluson visse dal 1178 al 1241, quando cadde assassinato, probabilmente per ragioni politiche. Era un grande erudito, paziente raccoglitore delle tradizioni storiche, letterarie e mitologiche del suo popolo, che poi si sarebbero riverberate per secoli nella nostra civiltร , fino a Wagner e a Tolkien. Ma Snorri era anche un grande narratore โ tanto che in lui Borges ha visto, paradossalmente, il primo antenato di Flaubert โ e un poeta esperto di tutti i prodigiosi segreti della poesia scaldica, e soprattutto era un uomo del mito โ se cosรฌ possiamo chiamare chi, nellโatto di rammemorare le origini, ne varia e amplifica le vicende, le intreccia e le separa, ne ripropone gli enigmi, infine le vive nella scrittura con unโintensitร che lascia intravvedere come gli iniziati dovevano rivivere nei misteri le vicende degli dรจi. ร questo forse che dร alla sua Edda, qui tradotta e commentata per la prima volta in italiano da Giorgio Dolfini, quella vibrazione inconfondibile di incantamento, quella forza sprigionante dalle immagini che ha ogni vera parola mitologica. Cosรฌ il lettore avrร lโimpressione di veder risorgere intatto, in tutte le sue intricate vicende, il maestoso, cupo e selvaggio mondo nordico, mentre ruota intorno al frassino Yggdrasill, dalle radici senza fine, in cicli implacabili di distruzione e rinnovamento, che esaltano e travolgono dรจi benigni e maligni, elfi e valchirie, nani, streghe, giganti, eroi e animali. E tutta lโ"Edda" di Snorri apparirร infine come una mobile contemplazione di questa smisurata ruota di eventi, nella presciente attesa del lupo Mรกnagarm, pasciuto della carne dei morti, annunciatore della catastrofe, che ยซingoierร la luna e spruzzerร di sangue il cielo e lโaria tuttaยป, e insieme di quel tempo nuovo in cui, ancora una volta, ยซla terra emergerร dal mare e sarร verde e bella e i campi cresceranno senza semeยป.