Mauro Raspini pesca con la mosca da trent’anni ed ha iniziato a costruire artificiali prima di imparare a lanciare. Considera la costruzione delle mosche una forma d’arte, paragonabile alla pittura ed alla architettura, quindi imprescindibile dalla conoscenza degli insetti e del passato. La sua libreria di testi antichi conta oggi più di 250 volumi ed altrettanti sono gli invertebrati che conserva in provetta. Collabora con riviste estere e da ben 20 anni lo fa con Fly Line. Nel 2001 pubblica “La roccia condivisa”, scritti di mosche, di pesci, di fiumi e altre storie. Presidente dell’associazione Ichthyos e del Mosca Club Altotevere, gestore della omonima Tail Water e del World Tuscany Open, è da sempre impegnato nella difesa degli ambienti fluviali e dell’educazione con numerosi progetti con le istituzioni scolastiche. Penna, martello e scalpelli, pennelli, sgorbie, obiettivi per macrofotografia e computer sono gli strumenti con cui cerca di fissare nel tempo e nella memoria istanti della vita nascosta nei fiumi ed indagare, a volte in chiave esoterica, il piccolo degli insetti per capire il grande dell’universo. Ospite ai principali eventi in Europa ed USA come costruttore e fotografo naturalista, compare nella prestigiosa pubblicazione “Fly Tyers of The World”. Nel 2011 ha pubblicato l’opera “The Fly” in due volumi: The Fly - La genesi sullo scibile classico delle mosche artificiali, votata a perpetuarne la cultura e la memoria in modo globale; e The Fly - Sacro e profano, libro di dressing con le sue elaborazioni in tema di modelli artificiali prettamente da pesca, una sorta di estrema razionalizzazione di tutto ciò che ha costituito l’evoluzione nelle mosche artificiali.